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L'opera di Antonio Labriola resta a segnare, almeno fino ai dibattiti degli anni '90 del secolo XX sulla crisi del marxismo e del comunismo, passaggi cruciali che non appartengono soltanto a una ideologia e ad una "parte", ma allo stesso oggettivo processo e al peculiare configurarsi della storia italiana in generale. E anche se si volesse limitare il discorso agli ambiti disciplinari più congeniali a Labriola, la filosofia e la pedagogia, non si potrebbe certo prescindere dal contributo delle sue idee, come mostrano, da un lato, gli sviluppi del neoidealismo italiano e del marxismo teorico gramsciano e post-gramsciano e, dall'altro, le discussioni, ricorrenti lungo tutto un secolo, sull'Università, sulla libertà della scienza e sulla funzione della scuola pubblica. È per questo che assume un forte rilievo l'analisi filosofica della crisi del passaggio di secolo, che spinge Labriola ad un intervento, per così dire "contingente", teso alla riformulazione della concezione materialistica della storia che è, però, al tempo stesso, una riflessione di più ampio e generale respiro su una idea antifinalistica e antidogmatica della storicità.